Come si degusta il whisky?

Come si degusta il whisky?

Come si degusta il whisky?

Degustare il whisky è un viaggio sensoriale, che va oltre il semplice atto di bere.

Il whisky è una bevanda ricca di sapori, aromi e sensazioni che aspettano solo di essere scoperte!

In questo articolo ti guideremo attraverso le fasi della degustazione del whisky, offrendoti alcuni consigli pratici su come apprezzarne al meglio la complessità.

Quale bicchiere per degustare il whisky?

Scegliere il bicchiere adatto alla degustazione è fondamentale.

Il classico tumbler, in realtà, non ideale per la degustazione del whisky, ma è preferibile il nosing glass, adatto all’analisi olfattiva grazie alla sua forma simile a quella del tulipano.

Il nosing glass ha una bocca più stretta, necessaria a trattenere l’aroma sprigionato dal whisky, così che, quando lo si annusa, si percepisce al massimo la fragranza.

Sarebbe utile coprire il bicchiere con un watch glass cover, un tappo per trattenere gli aromi, ma non è essenziale.

La degustazione del whisky

È davvero curioso come l’olfatto sia più importante del gusto nella degustazione.

Il sapore, infatti, è l’unione tra impressione primaria, che si avverte sulla lingua, e gli aromi percepiti dal naso, che è molto più sensibile.

Basti pensare che per ogni papilla gustativa sulla lingua ci sono ben 10.000 recettori nel naso.

Proprio per questo motivo, i sommelier, ancor prima di assaporare, annusano.

Nella degustazione del whisky bisogna considerare anche la gradazione alcolica del prodotto scelto. La maggioranza dei malt è imbottigliata al 40%, ma ci sono alcuni che raggiungono livelli più alti, come il 46%.

Per questo motivo, per valutare più whisky bisognerebbe portarli alla stessa gradazione alcolica.

Secondo gli esperti, lo standard del settore è il 20% di alcol in volume.

Probabilmente qualcuno non sarà d’accordo, ma è stato constatato come i recettori del gusto funzionino meglio quando non sono anestetizzati dall’alcol.

Ci sono più modi per portare la gradazione alcolica al livello desiderato: c’è chi diluisce il whisky o chi aggiunge limone o ghiaccio.

Arriviamo ora alla degustazione vera e propria.

È importante annusare a lungo e, magari, prendere nota delle impressioni iniziale.

Se si sente pizzicare il naso, significa che l’inalazione è stata eccessiva: questo non fa altro che sovraccaricare temporaneamente l’olfatto.

In tal caso, bisogna prendersi una breve pausa per tornare a inalare in modo più delicato.

Generalmente, sui nosing glass sono indicate su un lato due graduazioni: una inferiore, che indica il livello da riempire con il whisky, e una superiore, da raggiungere con l’acqua.

Queste due graduazioni corrispondono a due volumi uguali, supponendo che il whisky sia imbottigliato al 40%. Se la percentuale dovesse essere maggiore, è necessaria una correzione.

Ora è il momento di gustare: basta berne un bel sorso per percepirne corpo e viscosità.

Muovendo il whisky nella bocca è possibile avvertire l’equilibrio tra gli aromi salati, dolci, acidi e amari.

Con l’ausilio dell’olfatto, invece, si percepisce l’intensità degli aromi e le fragranza del whisky.

Quando deglutisci, fai caso alla persistenza degli aromi in bocca: solitamente, maggiore è, più il whisky viene apprezzato.

Chi si sta approcciando al mondo dei distillati molto probabilmente preferirà prodotti più leggeri, “da aperitivo”, mentre i più esperti ricercheranno complessità e profondità.

Classificare gli whisky

Chi esprime un giudizio sulla qualità dei whisky, generalmente attribuisce un voto tra 1 e 10 basandosi sull’equilibrio, sulla durata e sulla complessità. Quindi, non è detto che le preferenze di un neofita corrispondano a quelle di un intenditore.

Un whisky equilibrato non avrà un aroma dominante, ma piuttosto una combinazione che emerge gradualmente.

È proprio per questo motivo che i sommelier descrivono il whisky in un certo ordine: colore, aroma, gusto e retrogusto, che è la sequenza con cui si degusta il whisky.

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